Giovedì 28 novembre ore 17.00-19.00 si terrà un evento commemorativo per i cento anni dalla nascita ufficiale del Surrealismo (Manifeste du Surréalisme, André Breton 1924) con un omaggio a un grande maestro del Novecento, quale è stato Fabrizio Clerici (Milano 1913-Roma 1993), fine intellettuale, laureato in architettura e artista eclettico, attivo come illustratore, incisore, pittore, scenografo e costumista.
Erede dei miraggi metafisici di Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, Clerici viene considerato il capofila dei surrealisti italiani che hanno indagando i terreni del sogno e del mito, restituendoci straordinari paesaggi visionari di un “realismo irreale”, come li definiva Jean Cocteau. È stato apprezzato da grandi letterati come Alberto Moravia e Leonardo Sciascia, registi come Giorgio Strehler e Federico Fellini, e studiosi del calibro di Cesare Brandi, Federico Zeri e Giuliano Briganti che descrive l’amico un “infaticabile viaggiatore dell’immaginario” con una “straordinaria abilità tecnica”.
Fabrizio Clerici ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali e le sue opere sono state esposte in importanti musei come al MoMA e al Museo Guggenheim di New York, al Centre Pompidou di Parigi, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e al MART di Rovereto.
La prima parte dell’incontro si svolgerà nella Sala sant’Ansano con Giulia Tulino, direttrice scientifica dell’Archivio Fabrizio Clerici che presenterà l’artista, soprattutto come disegnatore, incisore, illustratore.
La seconda parte dell’incontro sarà presso la Biblioteca Briganti dove si potranno ammirare stampe e litografie del maestro, alcune di recente acquisizione, come il Recupero del cavallo di Troia (1966 ca.) e Un istante dopo (1986 ca.), altre rintracciate nei ‘libri d’artista’ della biblioteca. È questo il caso di due prodotti di pregio pubblicati in edizione limitata: Le Bestiaire ou Cortège d’Orphée (1977), con prefazione di Alberto Savinio, litografie di Clerici degli animali narrati in quella che è stata la prima raccolta di poesie (1911) del critico d’arte e poeta francese Guillaume Apollinaire; Variazioni tebane su “Thamos, König in Ägypten” (1982), volume dedicato a un dramma teatrale settecentesco per il quale Mozart scrisse le musiche di scena, nel quale Clerici ripropone temi e figure di ispirazione egizia.
Nel percorso saranno presenti altre curiosità, come il cavalletto sul quale il maestro lavorava durante i soggiorni nel suo casale di Radi in Val d’Arbia, a sottolineare il legame di Clerici con Siena che negli anni 1955-1957 progetta una delle vetrate della Basilica di San Domenico.
Intervengono
Eros Renzetti, presidente Archivio Fabrizio Clerici e artista
Giulia Tulino, Ph.D La Sapienza Università di Roma e direttrice scientifica Archivio Fabrizio Clerici
Fabio Mazzieri, già professore e preside Istituto d’Arte di Siena e artista
Info e contatti
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